Giapponesi

6 agosto, 2008 alle 0:01 | Pubblicato su Esperienze, Pensieri | Lascia un commento
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Questa sera alla stazione di Maihama c’era una calca pazzesca. Non è la prima volta che mi ci trovo in mezzo. In questi casi, i singoli individui (me compreso) sembrano perdere la loro identità e consolidarsi in qualcosa di più grande e potente, che si muove come un’onda e invade ogni spazio possibile, rimbalzando sulle pareti e aggirando gli ostacoli. Non è una cosa che riesco a sopportare a lungo.

Per fortuna, a Shinkiba ho cambiato treno. Sul nuovo treno per Ōsaki non c’era quasi nessuno. Guardando le poche persone attorno a me, ho pensato che i giapponesi sono davvero un popolo compatto, uniforme, efficiente. Un popolo unico al mondo, un blocco unito e privo di scalfitture nel vasto edificio dell’umanità. Non so perché mi è venuta quest’idea, ma non voglio cercare di razionalizzarla a tutti i costi.

Ho assistito a due scene diverse ma in qualche modo complementari: un padre che cercava di rialzare la testa alla figlioletta addormentata nel passeggino, per farle trovare una posizione più comoda, e un uomo d’affari mezzo ubriaco che per tre volte, ciondolando dal sonno, ha appoggiato involontariamente la testa sulla mia spalla. 

La vita umana è anche in queste cose.

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